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Valutazione dei bisogni educativi inclusivi: un’analisi comparativa

All’inizio del progetto, le organizzazioni partner hanno lavorato a un’analisi dei bisogni in sei Paesi europei (Italia, Ungheria, Polonia, Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna).

I risultati di questa fase di ricerca sono contenuti nel rapporto “Inclusive education needs assessment and collection of inspiring practices” (Valutazione dei bisogni educativi inclusivi e raccolta di pratiche ispiratrici), una risorsa online aperta a educatori, dirigenti, responsabili politici e al pubblico.

La valutazione dei bisogni ha riguardato le esigenze specifiche dei dirigenti scolastici, degli insegnanti in servizio e degli studenti/insegnanti appena qualificati in relazione all’educazione inclusiva nei Paesi partner. Ha valutato i requisiti per i contenuti dei corsi di formazione raccogliendo informazioni su ciascuno di questi gruppi:

=

le conoscenze attuali sull’educazione inclusiva;

=

competenze legate alle pedagogie inclusive e alla leadership (solo per i dirigenti scolastici);

=

le lacune in termini di conoscenze e competenze e le aspirazioni in relazione a queste.

Inoltre, ha esplorato le esigenze relative a un’efficace metodologia di apprendimento faccia a faccia per dirigenti scolastici e insegnanti, e a una metodologia di apprendimento online per studenti e insegnanti neoqualificati.

Le informazioni sono state raccolte attraverso dei focus group.

 

Paese Insegnanti Dirigenti scolastici Insegnanti neoqualificati/insegnanti in servizio
Ungheria 13 9 11
Italia 11 5 5
Paesi Bassi 10 11 10
Polonia 8 9 8
Spagna 8 5 7
Regno Unito 11 12
Totale 61 51 41 153

Tabella 1- Numero di partecipanti ai focus group

In questo corso, vorremmo riportare i risultati dell’analisi dei bisogni riassunti in un’analisi comparativa, nella speranza che possa servire da spunto per ulteriori riflessioni nel vostro contesto locale.

ANALISI COMPARATIVA CON CONCETTI CHIAVE

– Un’idea ristretta di inclusione

È importante menzionare che i temi dell’inclusione sono per lo più limitati a disabilità specifiche e non c’è formazione sull’inclusione delle minoranze, ad esempio della popolazione Rom, l’unica minoranza visibile con traumi multigenerazionali nell’istruzione, sfide sociali come la disoccupazione, la criminalizzazione, i problemi di alcol e droga e un numero maggiore di disabilità rispetto alla maggioranza.

– Interpretazione errata e confusione di “inclusione” e “integrazione”.

All’interno di un ambiente scolastico, l’integrazione si riferisce a un sistema che prevede che gli studenti si adattino alla struttura preesistente, mentre l’inclusione garantisce che il sistema educativo esistente si adatti a ogni studente. È importante sottolineare e chiarire la differenza.

– Mancanza di formazione approfondita sull’educazione inclusiva per l’intera comunità scolastica

– Mancanza di risorse, di supporto professionale e di sistema

È emerso che in tutti i Paesi in cui sono stati condotti i focus group, le scuole mancano delle risorse necessarie per creare scuole inclusive. Le carenze menzionate includono: carenze finanziarie e relative, un numero ridotto di insegnanti di sostegno, assenza di ausili didattici per lavorare con gli studenti, numero di ore insufficiente, assenza di uffici per terapie specializzate; disadattamento architettonico di edifici e stanze. Altri elementi mancanti sono: mancanza di cooperazione tra gli operatori scolastici, scarsa attenzione ai bambini neurotipici; sovraccarico del core curriculum (più importante l’implementazione dei contenuti didattici rispetto alle esigenze dei bambini e alla creazione di condizioni favorevoli all’apprendimento e alla sensazione di comfort per gli studenti). Altri fattori includono la mancanza di un clima politico favorevole (le attività volte a insegnare il rispetto per la diversità incontrano spesso una resistenza attiva da parte delle autorità scolastiche).

– L’inclusione sociale non è ancora considerata una priorità per molte scuole.

– Affrontare la diversità è una vera sfida

Anche se impegnativo, affrontare la diversità in classe aiuta gli studenti a sviluppare la consapevolezza sociale, che li aiuta ad apprezzare le diverse prospettive e a sviluppare il pensiero critico. Inoltre, aiuta i bambini a sentirsi rappresentati e inclusi.

Suggeriamo vivamente di leggere l’intero rapporto, che contiene anche una raccolta di 30 pratiche ispiratrici che potrebbero essere utilizzate come punto di partenza per costruire comunità scolastiche più inclusive.

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